martedì 31 dicembre 2013

VenanzioCorreAncora-capitolo23-

 CAPITOLO 23


Primi passi nella notte che si fa mattino



Sorger del sole nella conca
Primi due chilometri sulla tipica strada sterrata che risale i Misoni, a destra della valle del Tegorzo che si sente a fondo valle, lamentarsi tra i sassi, mentre cerca la sua via verso il Piave.
Camminiamo ed Argo parla in continuazione, tanto da sembrar quasi fastidioso.
Poi spiega il perchè ed allora quel suo essere ciarlatore assume un significato concreto. La presenza dei cinghiali va allontanata facendo sentire la nostra presenza. In quelle ore del mattino risalgono i crinali, verso monte, dopo essersi abbeverati nella notte delle valli fluviali. 
Dopo il bivacco, un'irta conduce al tornante del chilometro terzo, che reca una freccia su di una roccia...A stupirmi, una novità. Nell'insenatura del costone, una teca a forma di trapezio allungato, con cuspide circolare. All'interno un piccolo San Giuseppe col bimbetto in braccio, mi ricordava di santificare il giorno. 
Il capo spedizione spiegò che l'ultima volta che era partito per raggiungere la grotta in cima al monte, meta anch'essa di questa scorribanda invernale e solitaria, era il dicembre dell'anno prima   ed allora un suo caro amico gli aveva regalato una nuova via da scoprire. Una via tracciata dai tedeschi durante la Grande Guerra, il vero Sentiero Rommel, quello sporco ed abbandonato, scomodo ai tracciatori, poichè poco praticato...Perchè un cartello non basta per segnare una via e ci vogliono gambe costanti e braccia laboriose per tenere in vita i camminamenti aspri di una storia che non si è solo vissuta, ma si è molto combattuta su di una montagna a tratti martoriata dall'incedere severo d'una umanità spesso folle...spesso auto distruttrice. 
Ero abbastanza introspettivo quella mattina ma non mancavo d'ascoltare e qualcosa mi stava rimanendo, sia delle cose sentite, sia delle intense emozioni che quel buio che si faceva pian piano piu' diradato, meno fitto, lasciavano dentro, come un sapore di pietanza squisita che gusti, boccone su boccone, senza frenesia di deglutire.

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