venerdì 27 dicembre 2013

VenanzioCorreAncora-capitolo20-

CAPITOLO 20

Caminetto acceso ed idee ambiziose


Foto di Placido Mondin
Passarono giorni e poi trascorsero le settimane e la vita in Val di Prada scorreva tranquilla, tra freschezza che portava freddo e gelo che posava la rugiada sui prati ed i pendii della vallata.
A dire il vero era piu'la parte bassa di Schievenin ad essere imbiancata , mentre noi eravamo anche fortunati.
Era un sabato di inizio inverno e mi trovavo nel salone.
Giacomo ancora seduto sulla poltrona a leggere, Jonathan intento a frugar tra le pagine di un vecchio atlante geografico degli anni'70.
Le due donne a sfidarsi in una partita a briscola, con le tipiche carte trevigiane...bastoni, danari, coppe e spade...
Io osservavo ed ascoltavo la legna che ardeva nel caminetto. Avevo imparato a distinguerla e nei giorni in cui avevo voglia di riflettere in un concentrarmi appisolante, usavo i ceppi di pino, quelli che emettevano scoppiettii continui ed un profumo di resina ardente, che era meglio d'un qualsiasi "stecco" d'incenso.
Accesi il portatile ed iniziai a "sfogliare" il web.
Mi attirò una corsa della quale avevo sentito parlare piu' volte ma che avevo tralasciato di considerare, ostaggio spesso dei miei dolori e risentimenti alla schiena.
Nelle fotografie, immagini dolomitiche di cime spoglie, solo infarinate, sulle cime, di neve tardiva.
Un lago bellissimo mi attirava. Sotto ad uno sfondo di pareti scoscese ed altissime, una distesa d'acqua celeste proiettava sul proprio specchio, quelle enormità maestose ed il cielo aperto che si lasciava immortalare, ornandosi di nuvole bianco candido.
Era proprio giunto il momento. Decisi che l'avrei corsa, quantomeno camminata. Mi serviva un compagno, poichè si doveva partecipar in due.
Mi guardai attorno, scartai la giovane baldanza del ragazzo, evitai di considerar le donne, piu' che altro perchè la immaginavo avventura silenziosa e rimasi a scrutare lo storico bresciano, che già una volta m'aveva fatto penare in una corsa a due e mi sarebbe seccato non poco dover accettar l'onta che potesse accadere di aver bisogno di farmi attendere.
Mi avvicinai , portatile in mano, sorrisi beffardo , passando davanti a Jonathan, che rispose con occhiata sveglia e storcer di bocca diabolico, mentre andavo a mostrar la pagina al Giacomo.
< Che dici vecchio? > ...incalzai senza premettere nulla ed aggiunger niente.
< Sei tu che devi sentirti in grado di riuscire, cagionevole amico!>...rispose conciso, schietto, rapido e tagliente come una katana.
L'avevo appena fatta grossa.



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