venerdì 26 dicembre 2014

VenanzioCorreAncora-capitolo56-

CAPITOLO 56

Il ciclista 

Foto Moira Beppiani
Un gruppo di ragazzi è seduto sul pianale d'un furgoncino aperto, sullo spiazzo che guarda la Pianura Veneta...Oltre lo sguardo si perde l'immensità e sullo sfondo la laguna s'apre. Mi domando chi abbia guidato quel furgone...sono tutti giovinastri...Mah, Pettegolezzo che anticipa una precoce senilità, di codesto camminatore?
Procediamo sempre in senso opposto alla marcia veicolare e d'un tratto un rombo d'auto, seguito da uno sgasare di motocicletta...Un'Audi R8 arancione metallizata sfreccia tra le curve, tallonata da un motociclista che guida freneticamente un mezzo a due ruote del Sol Levante...Che marca ? Vai a ricordarlo adesso, era bianca e rossa, forse una Honda CBR un pò datata...E in fondo, che me ne frega, io devo procedere al passo e l'unico sgasare possibile è meglio non riprodurlo, in testo, tra queste righe...Un chilometro a Campo Solagna...
Eccoci ormai nel tratto in piano che anticipa la curva a destra, con lo spiazzo su cui sostano i turisti del Grappa , davanti alla locanda aperta e vivacemente animata da un fitto vociare.
Alla curva un ciclista è appoggiato ad un muretto, ci guarda avanzare...ci ferma.
<Ciao, vi ho visto salire...venite su bene. Ho l'impressione che potreste venire su piu' rapidi di qualche ciclista. Dove andate?>.
Spieghiamo chi siamo e cosa facciamo lì ed in effetti conveniamo. Qualcuno un mountain bike ha dovuto faticare per superarci, sebbene noi non procedessimo a passo tiratissimo.
Una nota a margine che comunque dà valore al nordic walking anche come forma di sport efficace. Certo, non saremo noi gli autori piu' performanti della disciplina, ma già così, mediamente allenati, diamo un senso alla considerazione dell'appassionato sulle due ruote.
Al piazzale sono le dieci e cinque e lì c'è un'altra comitiva di ciclo amatori, ben accompagnati da quote rosa apprezzabili. Volponi questi ciclisti...Io sono in compagnia d'un'orso.
Anche con loro si chiacchiera, di noi, di loro, dell'AISLA...E' bello vedere che il gagliardetto induce a domande curiose ed è un piacere spiegare di cosa si tratti. Il nostro ed il loro sogno in movimento, comuni, hanno un senso.


VenanzioCorreAncora-capitolo55

CAPITOLO 55

Tel bute do par la val! 

Foto di Placido Mondin 
Primo chilometro di salita sotto gli undici minuti, di preciso non ricordo quanto...Ci diciamo che è meglio calare, i chilometri in ascesa sono ancora ventisei...Dunque rallentiamo e chiacchierando andiamo...Al secondo "bip" della salita il Garmin, strumento che generalmente liquido con un < Tel bute do par la val! > (Te lo getto giu' per la scarpata. -traduz.-)dice abbiamo aumentato il passo, strana cosa per due che dovevano rallentare una decina di minuti prima. Presto ci arrendiamo all'evidenza e saliamo a sensazione e presto ci accorgiamo che la tabella di marcia è molto anticipata. Informiamo quindi gli amici che ci avrebbero atteso secondo orari che avevamo dato, che probabilmente al trentaquattresimo di Campo Solagna saremo in anticipo per il pranzo...
Chilometro trenta, il primo obiettivo fissato nella testa, un breve tunnel stretto che anticipa una curva a sinistra...Si inizia, guardando in alto , sopra la valle aperta a riconoscere l'ossario in lontananza , sulla cima d'un monte che pare così distante, così in alto.
Qualche raggio di sole fa capolino ed allora meglio mettere la bandana. Sarò più buffo ma non voglio rischiare che il sole si abbatta sulla mia testa e sia un'incognita impazzita che possa minare la riuscita, almeno della salita a Cima Grappa...Sì, perchè ci accontenteremmo di arrivare fin lassù, a lambire i cinquanta chilometri, superando quindi la nostra storia di camminatori della distanza.
Presto siamo alla vecchia cava di Col Campeggia, laddove cartelli ben posti indicano il percorso delle trincee...Lì, penso, vorrò tornare col gruppo di camminatori consueto, con gli amici rimasti...ma poi chissà dove porterà quella strada che si perde tra pareti di sasso scavate sulla montagna, nella quale un'area deserta è parzialmente ricoperta di rovi ed arbusti spontanei...? Alla domanda troverò risposta qualche chilometro oltre.


VenanzioCorreAncora-capitolo54

CAPITOLO 54

L'ortolano curioso

Foto di Placido Mondin

Tutto fa parte di una giornata davvero diversa. Abbiamo già camminato venti chilometri, sono le sette...e tutto va bene . Ripartiamo ed entriamo a Romano d'Ezzelino, piccola flottiglia di ciclisti in verso opposto ci saluta, noto gambe depilate, freschezza atletica e la scollatura del membro femminile della comitiva che emula Paola Pezzo.
Alla rotatoria giriamo a destra e ci inoltriamo nel paese, tra piccoli negozietti chiusi e qualche passeggiatore mattiniero che ci osserva con curiosità . Un barista spinge fuori dal locale lo sporco del pavimento ed inizia la sua giornata lavorativa.
Noi siamo nel tratto semi pianeggiante, incontriamo il cartello che indica Cima Grappa a chilometri ventisette.
Giacomo mi racconta alcune cose che distrattamente ascolto, frattanto passiamo di fianco ad un ortolano che ci augura buon viaggio con il classico : < Onde ndeu? > (Dove andate? traduz.). Rispondiamo : < A Cima Grappa ! > e lui fa cenni di negazione con il capo, praticamente dandoci silenziosamente dei "pazzi".
Un trattore ci supera proprio dove comincia la salita. Ora noi confabuliamo sulla media da tenere, incuriositi dai calcoli della vigilia. Una jeep ci affianca e passa oltre,  producendo un fumo nero dall'odore acre , disgustoso...aria di montagna. Primo tornante, osserviamo che il bar è in vendita ed è chiuso...Brutti segnali di crisi per una delle aree turistiche piu' conosciute del Veneto montano. Cipressi d'un verde intenso, lussureggiante fino all'alta punta, scossi da un vento non fortissimo ma puntiglioso in folate costanti che arrivano dalla valle.

mercoledì 17 dicembre 2014

VenanzioCorreAncora-capitolo53-

Capitolo 53

Il sauro nero


Foto di Placido Mondin 
Avevamo previsto la colazione in un'osteria di Borso, ma tutto è ancora chiuso, perchè, forse, stiamo andando troppo rapidi ed il tempo passa piu' lentamente, rispetto ad un passo che avanza veloce.
Niente, borgata dopo borgata, chilometro dopo chilometro, nessun bar aperto e noi iniziamo ad essere affamati ma non era prevista una sosta a zaino, perchè il primo pasto di giornata deve servire a dar forza e va fatto con calma, seduti ad un tavolo...
Siamo oltre il prevedibile, quasi a Romano d'Ezzelino, dove inizieremo i ventisette chilometri di salita al Grappa.
Ormai persi d'animo, d'improvviso al secondo piano di una palazzina , un vecchio locale , retrò, anni '70 , ci accoglie.
Una signora anziana , la figlia e gli avventori più fedeli, lì sin dal mattino.
In televisione un poliziesco tedesco di fine ventesimo secolo e quell'odore di nicotina che sembra uscire dallo schermo, dalla sigaretta dell'ispettore Kroeggersteiner , di turno...
Due krapfen molto zuccherati ed un cappuccino, senza decori sulla schiuma, ma vero, casereccio, quasi caffè-latte . 
In bagno, lo sciacquone a catena. Tutto pulito, vecchio, vissuto, ma pulito, parte di una storia tutta loro, della madre e di quella giovane figlia dallo sguardo stanco, ma laboriosa, ammirabile.
Si riparte.
Un sauro nero è sveglio, sul terreno prativo d'un parco tutto suo, proprio al limitare della strada.
Ci guarda, si avvicina, curioso, forse un po' invidioso di quella nostra aria libera.


VenanzioCorreAncora-capitolo52

Capitolo 52

Paesaggi rurali e aristocratici


Foto di Placido Mondin
Si continua , accompagnati da quella sontuosa luce nel buio.
Gli animi respirano , sincronizzati con il fiatare ancora fresco , di chi cammina da poco.
La notte è sempre la notte, benchè il mattino la stia per raggiungere e noi, senza voltarci indietro, scaliamo la rampa e passiamo via, senza pensarci troppo su.
Il tempio è alle spalle, il campanile ci spinge , curiosando i nostri passi , avvolti nella sua imponente ombra , scura in mezzo alle rade luci; buia , dentro l'oscurità.
I borghi vecchi passano. Mi fermo a scaricare la tensione, dietro ad un cespuglio in un cortile dismesso.
Verso Crespano , superiamo le fornaci e si sale sulla strada di percorrenza , che lambisce il minigolf.
Passa un motociclista, errante d'agosto , forse diretto verso il mare.
Curve e controcurve, poi la strada spiana.
Quella dritta, verso il ponte degli ultimi respiri, così come lo chiamo io, per la sua triste storia di luogo di fine vita, per molti.
Laggiu', sullo sfondo, qualcosa che mai avevo visto , un paesaggio toscano in terra veneta. Una collina bassa, al cui culmine s'erge una villa dalle fattezze apparentemente rurali, ma dallo stile aristocratico...Sì, lo so che scrivo l'antitesi dell'ovvio, ma in fondo, cerco di dire esattamente quel che penso, vedo e sento...
Il ponte è superato, Crespano passa ed ora siamo sul tratto lungo che ci porterà a Borso, quello piu' pericoloso, lungo, monotono, sulla carreggiata che inizia a farsi vivace, transitata, temibile.