mercoledì 17 dicembre 2014

VenanzioCorreAncora-capitolo53-

Capitolo 53

Il sauro nero


Foto di Placido Mondin 
Avevamo previsto la colazione in un'osteria di Borso, ma tutto è ancora chiuso, perchè, forse, stiamo andando troppo rapidi ed il tempo passa piu' lentamente, rispetto ad un passo che avanza veloce.
Niente, borgata dopo borgata, chilometro dopo chilometro, nessun bar aperto e noi iniziamo ad essere affamati ma non era prevista una sosta a zaino, perchè il primo pasto di giornata deve servire a dar forza e va fatto con calma, seduti ad un tavolo...
Siamo oltre il prevedibile, quasi a Romano d'Ezzelino, dove inizieremo i ventisette chilometri di salita al Grappa.
Ormai persi d'animo, d'improvviso al secondo piano di una palazzina , un vecchio locale , retrò, anni '70 , ci accoglie.
Una signora anziana , la figlia e gli avventori più fedeli, lì sin dal mattino.
In televisione un poliziesco tedesco di fine ventesimo secolo e quell'odore di nicotina che sembra uscire dallo schermo, dalla sigaretta dell'ispettore Kroeggersteiner , di turno...
Due krapfen molto zuccherati ed un cappuccino, senza decori sulla schiuma, ma vero, casereccio, quasi caffè-latte . 
In bagno, lo sciacquone a catena. Tutto pulito, vecchio, vissuto, ma pulito, parte di una storia tutta loro, della madre e di quella giovane figlia dallo sguardo stanco, ma laboriosa, ammirabile.
Si riparte.
Un sauro nero è sveglio, sul terreno prativo d'un parco tutto suo, proprio al limitare della strada.
Ci guarda, si avvicina, curioso, forse un po' invidioso di quella nostra aria libera.


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