Il sauro nero
Foto di Placido Mondin |
Niente, borgata dopo borgata, chilometro dopo chilometro, nessun bar aperto e noi iniziamo ad essere affamati ma non era prevista una sosta a zaino, perchè il primo pasto di giornata deve servire a dar forza e va fatto con calma, seduti ad un tavolo...
Siamo oltre il prevedibile, quasi a Romano d'Ezzelino, dove inizieremo i ventisette chilometri di salita al Grappa.
Ormai persi d'animo, d'improvviso al secondo piano di una palazzina , un vecchio locale , retrò, anni '70 , ci accoglie.
Una signora anziana , la figlia e gli avventori più fedeli, lì sin dal mattino.
In televisione un poliziesco tedesco di fine ventesimo secolo e quell'odore di nicotina che sembra uscire dallo schermo, dalla sigaretta dell'ispettore Kroeggersteiner , di turno...
Due krapfen molto zuccherati ed un cappuccino, senza decori sulla schiuma, ma vero, casereccio, quasi caffè-latte .
In bagno, lo sciacquone a catena. Tutto pulito, vecchio, vissuto, ma pulito, parte di una storia tutta loro, della madre e di quella giovane figlia dallo sguardo stanco, ma laboriosa, ammirabile.
Si riparte.
Un sauro nero è sveglio, sul terreno prativo d'un parco tutto suo, proprio al limitare della strada.
Ci guarda, si avvicina, curioso, forse un po' invidioso di quella nostra aria libera.
Nessun commento:
Posta un commento