giovedì 12 dicembre 2013

VenanzioCorreAncora-capitolo13-

CAPITOLO 13

Caffe' all'alba

Foto di PLACIDO MONDIN


Una montagna esposta ai venti, che spazzano via le nuvole del primo mattino. Il colle d'erba appena risalito e la luce dell'ultima luna, riflessa nella pozza , ai margini , nel cortile del casolare.
Tre costruzioni rurali, erette a sassi, tipicamente appuntiti, per sfidar il peso della neve degli inverni.
Tutto tace, intorno a noi. Nessun anima che rumoreggi, mentre il giorno inizia a destarsi.
Ci fermiamo bivaccare sotto il bivacco aperto sui quattro lati.Non c'e' riparo dall'aria che spazia libera di volare , dentro e fuori, in un incrocio costante. Spira tagliente, fresca e dispettosa, collaboratrice del risveglio d'ogni senso umano, che man mano la luce aiuta a riscoprire, d'assieme.
C'e' un tetto sopra di noi ed un tavolo precario, di legno tarlato. Sedie sparse , d'ogni forma ed eta', ma comunque vecchie e malandate, sicure di cedere a qualunque peso vi si poggi sopra. Quasi animate, sembrano implorare pieta'. Un cuscino, legato ad uno schienale, sfatto e sfoderato, svolazza incapace di librarsi. Prigioniero dei venti del monte.
Bice si siede sul muro di contenimento di quella casa senza pareti, tenuta su da quattro pilastri imponenti.Osserva silenziosamente quella splendida alba , che colora l'orizzonte d'una tinta arancione , intensa ed attraente. Una distesa di pini fa da didascalia alla conca del Piave, sullo sfondo, con vette dolomitiche rossastre, lontanissime, baciate dal primo timido levar del sole.
Il profumo aromatico del caffe' inebria l'aria ed incensa l'olfatto, che ne gode l'essenza ridestante.
La procace romagnola sorseggia la tazza marrone di plastica dura, con una tale grazia che non dovrei nemmeno soffermarmi su quel posar di labbra, che induce a impuri pensieri.

Quindi mi volto e mi sforzo di indugiare su qualche particolare interessante, ma nulla riesce a distogliermi la mente dalla visione appena goduta, finche'...

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