lunedì 9 dicembre 2013

VenanzioCorreAncora-capitolo1-

CAPITOLO 1



Il corridore di mezza via torna sui suoi passi.

Venanzio e la Gian ormai si sono inseriti nelle terre bellunesi e poco hanno a che fare ancora con Bologna. A loro si uniranno per nuove storie, altre vicende , i tre bresciani, la giunonica Bice e Benito. Pino incontrerà la gente che corre ma sempre di piu' si avvicinerà alla camminata nordica, provando a competere, alla ricerca di una ritrovata competitività...Lassu', a Prada, nuovi vicini di casa "foresti" si insedieranno, condividendo la simbiosi inevitabile che già aveva attratto a se i protagonisti.
I loro nomi non li sveleremo subito, ma è certo che quando sono arrivati la Gian ha gioito, vedendo aumentare le opportunità di scambiar parole tra donne. Infatti , a pochi metri da casa, proprio un tornante di sopra, un altro cartello VENDESI era sparito.
Pochi giorni dopo l'inizio di un nuovo anno, videro arrivare un'utilitaria con targa lagunare, dalla quale scesero un uomo, una donna e un paio di piccoletti a quattro zampe, quelli definiti come migliori amici dell'uomo.
Che uomo? Un signore giovanile, con un paio di occhialetti dalle lenti rotondeggianti, che donavano lui un'immagine acculturata.
Un particolare colpì immediatamente Pino. Dal borsone spuntavano due lacci di scarpa dai colori sgargianti, furuscenti da un lembo della cerniera difettosa. Non poteva sbagliarsi, era un paio di scarpette da trail running che occupava parte della valigia.
Faceva freddissimo quella mattina in Val di Prada, in casa il caminetto era acceso e con loro , sull'uscio si era affacciato Jonathan , lasciato dai nonni in compagnia dei valligiano-bolognesi, a dire il vero ormai per poco o nulla ancora bolognesi.
Jonathan esclamò: < Che bella signora!> In effetti la compagna di quell'ormai certo podista venuto dalla pianura veneta aveva un'aria molto affascinante. Capelli mossi, quasi ricci, di un colore grigio brillante, che donavano al viso un'espressione di quieta soltanto abbozzata, giacchè l'occhio chiaro tradiva chiarmente un'indole astuta, penetrante.
Quella casetta l'avevano sognata da tempo, sfiancati da una vita condotta in un luogo bello, ma certamente non selvaggio e puro, tanto quanto la loro attuale esperienza richiedeva al futuro.
Venne pomeriggio e Venanzio indossò la tenuta invernale nuovissima, di una marca finlandese, da poco tornata in auge.
Pareva davvero quel personaggio che Franziskus , il cabarettista, aveva narrato raccontando ai suoi spettatori, una storia emozionante di corsa, nella quale il protagonista vestito di gadget ipertecnologici veniva schernito da un paesano della montagna in cui la corsa diveniva opera teatrale.
Fu un attimo...Vide zompettare dalla "riva" di sopra, quel tipo nuovo.
Rideva di gusto guardandosi attorno...Rideva che pareva un bimbo al parco giochi. Tuttavia non appariva come totalmente forestiero, quasi come quei luoghi li avesse già veduti, forse addirittura già corsi.
Pino accelerò, non voleva certo farsi "tabaccare" dall'ultimo arrivato e fu tutta una corsa, giu' per l'asfalto, sino ad incrociare la sterrata che saliva dal Vallone di Prada...lì lo raggiunse.

Nessun commento:

Posta un commento