lunedì 16 dicembre 2013

VenanzioCorreAncora-capitolo16-

CAPITOLO 16

Purgatorio

Bice era uscita da sola, senza aspettarmi ed aveva proseguito lungo il camminamento, fino a trovare la china  nuda, di quel colle del Grappa. Ogni tanto la trincea si interrompeva, dando spazio a semplici sentieri. Mi attese li'.
Io arrivai che stava sorseggiando nuovamente del caffe', me ne offri', rifiutai e ripartimmo, inerpicandoci lungo il Palon, col Piz a vista.
Giacche' la scelta della via da percorrere era ampia, decidemmo di ributtarci dentro alla trincea, sul versante nord, quello che guarda alle vette dolomitiche e al piu' vicino Tomatico.
Ancora osservatori all'aperto , entro a mucchi di  sacchi di sabbia, piccoli e stretti, accatastati come a formare una muratura, interrotta da una assenza saltuaria di quei mattoni particolari, cosi' da costituire finestra. Sopra , del filo spinato arrugginito.
Nei giochi continui di luce ed ombra, del sole tra le nuvole rade ma spostate rapidamente dal vento, verso la cima ebbi piu' volte l'impressione di notare una sagoma , forse un uomo con un cappello d'alpino.
Pensai alla potenza della suggestione mentale, cercando di goderne la magia.
Non parlavamo tra noi da diversi minuti ed era ormai dimenticata la scena goduriosa, dalla quale peraltro era gia' passata un'ora o forse anche di piu'.

Eravamo ormai al vertice alto del Palon, dopo aver camminato sotto una sorta di porticato ed aver curiosato  aprendo una porticina che proteggeva un bivacco incavato sotto il crinale. Due metri per due. Un loculo, in pratica, per aspiranti martiri, una sorta di purgatorio.

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