mercoledì 1 gennaio 2014

VenanzioCorreAncora-capitolo25-

CAPITOLO 25

L'alba sopra Cilladon


L'alba. Foto di Placido Mondin
Alcuni prendono vantaggio, io rimango lì con Sonia e Donatella, tenendo un passo piu' moderato. Ogni tanto mi giro verso il Cornella, la montagna che sovrasta Quero e la valle del Tegorzo. Una tenue luce di luna illumina uno strato di finissima nebbia che avvolge quel colle, sembra coccolarlo tra i suoi ondeggiamenti appena visibili , in lontananza. Eravamo fermi sul piazzale, all'ultimo tornante prima della Casera La Taita...Dovevamo inserirci nel sentiero che domina la valle di Schievenin dall'alto , abbandonando la comoda via ... Fermo a guardare...Così ero invece. Osservavo lo stagliarsi al cielo di quel pandoro naturale che era appunto ed è ovviamente ancora il Cornella ed il borghetto di Cilladon , traguardato all'altro lato della valle ad un'altezza simile a quella in cui ci trovavamo. Una sorta di paesaggio andino, riportato su suolo italico, sui monti poveri del nord. La temperatura stava scaldando ormai le membra sudate nelle vesti invernali e il mio abbigliamento era forse il piu' pesante, ma non mi sono spogliato. Mi dico spesso, quando esco in escursione, che ognuno di noi è il proprio termometro. Se ho caldo rallento, se ho freddo accelero, se sudo so che sto liberando tossine. Non posso curarmi delle mie fisime di uomo fallacemente troppo prudente, devo solo avanzare, lasciandole disperdersi nell'aria intrisa di molecole di sudore di quel camminatore che altro non sono.
Quanti pensieri in pochi attimi di sosta meravigliosa per guardare le panoramiche adombrate dal mattino che si fa strada, portando luci sempre piu' chiare. Io che non son altro che io, ogni giorno che passa sempre piu' parte di tutto ciò.

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