mercoledì 1 gennaio 2014

VenanzioCorreAncora-capitolo27-

CAPITOLO 27

"Troi dei todeschi"

Foto di Placido Mondin
Vispi cambi di direzione, il mulinar dei bastoncini, la mano che si apre dietro e si richiude spingendo con forza, avviluppata all'impugnatura. Nello zaino sobbalzano le borracce ed io so che quando aprirò quella con la bevanda gassata, potrebbe essere un tripudio di schiuma appiccicosa tra le mani. Non me ne curo, ora non è tempo, stiamo per arrivare al bivio tanto caro del Troi dei Todeschi , quello che conduce alla Forcella di San Daniele. Argo ci avverte qualche decina di metri prima. Quanti ricordi, fatiche, soddisfazioni legate a questi luoghi. La Campo-San Daniele-Campo. 
Mi rimangono impresse alcune parole della nostra guida, che faccio mie: <Rifuggo dal pensare cupo, che mi porta al confronto mentale con chi forse non potrà mai capire il legame tanto forte tra me e questi luoghi...>
In effetti io comincio a capire perchè mi batte forte il cuore, ripensando al dì in cui io e Giacomo ci sfidammo in quella corsa. Molto piu' di un percorso per scarpe tecniche scalpitanti e tanto piu' di un volgere l'obiettivo ad una festa di sport...
Vado oltre e non abbasso il ritmo, sono in coda e non voglio farmi attendere. Già ho fatto tante, troppe soste brevi a scattare foto che il buio non permetterà di apprezzare, ma saranno comunque un mio ricordo. In breve raggiungo la rampa al trentancinque per cento che, sia pur per pochi metri, affaccia il viandante al borgo Fobba.
Nessuno si lamenta, mentre si sale a pié di traverso, fino a superare quella ventina di metri che giunge in fronte ad un grosso e solitario pino.

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