L'alba della salamandra
Foto di ArGo |
Mestamente , tornar sui
nostri passi non fu entusiasmante, ma d'altra parte non c'era scelta.
Alla "casa della
strega" riprendemmo a ritroso la via della forcella.
Mano a mano , o meglio passo
a passo che risalivamo, dalla piana si apriva un chiarore giallo ocra, sempre
piu' tinto di toni caldi, fino a formare i colori dell'alba.
Ben presto fummo al grande
masso caduto di recente sul sentiero , appena sotto la casa enorme del leggendario Franz. A distanza
di poco tempo rifacevo lo stesso pensiero. Chissa' che "roboare" aveva prodotto
quella palla irregolare pesantissima, rotolando a balzi paurosi dalle pareti
rocciose al bosco?
Per scendere al Pont de la
Stua , l'unica soluzione era il sentiero meno battuto, peraltro unico a portare
al ponte e via di salvezza quando il torrente e' in piena e guadarlo a monte
non si puo'.
In effetti chiamarlo
sentiero e' come fare un complimento a quella via grezza.
Irto, scosceso, "mosaicato" con sassi sparsi e semoventi, pronti a far dispetto al viandante poco esperto o
disattento.
L'alluvione recente lo aveva
poi peggiorato, ma a dire il vero anche inselvatichito con fontanoni che
formano piccole cascatelle e scivoli d'acqua su lastroni di pietra grigia.
Muschi pregni d'umidita' ed
una salamandra adulta , beata, che vorrebbe osservare, ma non puo' che
percepire ombre e movenze intruse.
Melodie tutt'intorno, che
l'acqua compone, quasi a solfeggiare sonorita' musicoterapiche.
Gli uomini non parlano.
Tutto intorno solo silenzi interrotti da magie della natura.
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