mercoledì 29 gennaio 2014

VenanzioCorreAncora-capitolo35-

CAPITOLO 35

L'alba della salamandra


Foto di ArGo
Mestamente , tornar sui nostri passi non fu entusiasmante, ma d'altra parte non c'era scelta.
Alla "casa della strega" riprendemmo a ritroso la via della forcella.
Mano a mano , o meglio passo a passo che risalivamo, dalla piana si apriva un chiarore giallo ocra, sempre piu' tinto di toni caldi, fino a formare i colori dell'alba.
Ben presto fummo al grande masso caduto di recente sul sentiero , appena sotto la  casa enorme del leggendario Franz. A distanza di poco tempo rifacevo lo stesso pensiero. Chissa' che "roboare" aveva prodotto quella palla irregolare pesantissima, rotolando a balzi paurosi dalle pareti rocciose al bosco?
Per scendere al Pont de la Stua , l'unica soluzione era il sentiero meno battuto, peraltro unico a portare al ponte e via di salvezza quando il torrente e' in piena e guadarlo a monte non si puo'.
In effetti chiamarlo sentiero e' come fare un complimento a quella via grezza.
Irto, scosceso, "mosaicato" con sassi sparsi e semoventi, pronti a far dispetto al viandante poco esperto o disattento.
L'alluvione recente lo aveva poi peggiorato, ma a dire il vero anche inselvatichito con fontanoni che formano piccole cascatelle e scivoli d'acqua su lastroni di pietra grigia.
Muschi pregni d'umidita' ed una salamandra adulta , beata, che vorrebbe osservare, ma non puo' che percepire ombre e movenze intruse.
Melodie tutt'intorno, che l'acqua compone, quasi a solfeggiare sonorita' musicoterapiche.

Gli uomini non parlano. Tutto intorno solo silenzi interrotti da magie della natura.

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