sabato 4 gennaio 2014

VenanzioCorreAncora-capitolo33-

CAPITOLO 33

Il Rio piccolo

Foto di ArGo
Sul sottile strato bianco di neve rimasta, non posso non notare orme fresche di scarpone, ben marcate, il che mi fa pensare a qualche cacciatore di frodo oppure ad escursionisti con zaini sovraccarichi. Cataste di legname , non eccessivamente di grosse dimensioni. Probabilmente i proprietari hanno raccolto quel poco che la furia delle acque ha lasciato nei dintorni ed ora attendono di trovare un varco per tornare a caricarle.
Il primo tratto, che pensavo intriso dagli alberi, è ora praticamente a ridosso degli ultimi massi di confine, tra l'alveo del Calcino e il margine del sentiero o di ciò che ne rimane.
Spediti, proseguiamo! 

Ascolto l'aria che quasi impercettibile sibila tra orecchio e fascia di lana nera...Ho indossato la fascia al collo, quella che a vedermi vestito di verde marines, mi fa sembrare a distanza , davvero un soldatino. 
Lo sa il cielo qual brutto rapporto io abbia con quel mondo fatto di gerarchia pura. 
Eppure vesto spesso così, quasi fosse un atto di sfida personale che punti al contrasto forte tra l'apparire e l'essere.
Sono sulla irta che precede quello che io chiamo il "Rio piccolo" del "Mondo Stret".
Attendo l'accodarsi di tutti gli elementi. Tutti hanno superato il piccolo guado alla sorgente, laddove un piccolo acquedotto in cemento lascia sgorgare qualcosa che è piu' d'un rivolo, un piccolo torrentello, sul quale qualcuno avrà certamente posato le suole delle scarpe.
Non è il momento di pensare. Argo mi si avvicina ed a bassa voce mi dice:
< Il rumore che fa il Calcino non promette bene. Credo che al di là della rupe avremo una sorpresa >.

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