venerdì 3 gennaio 2014

VenanzioCorreAncora-capitolo28-

CAPITOLO 28

Le tre case diroccate


Foto di ArGo
Tre case di cui una distrutta e due diroccate.
La prima è parzialmente integra, manca il tetto ma il primo piano ha ancora il solaio che funge da protezione al viandante che volesse rischiare d'entrarci per ripararsi dall'eventuale pioggia. 
L'ultima, che precede una pozza per abbeverare le bestie che un tempo venivano allevate in questo luogo scordato dai Demoni e da Dio. Ha il sottotetto cuspideo, eretto a sassi ed a secco, prova d'estrema abilità architettonica di poveri Cristi le cui opere hanno sfidato e vinto il tempo ed il bosco. Lo ho visto ormai piu' volte ma ad ogni allenamento mi ci fermo e controllo...Cosa controlli non saprei di preciso, ma mi rallegro di rivederlo ancora resistere.
Anche Giacomo si ferma e storce il naso ascoltando la spiegazione di Argo, che evidentemente non lo convince.
Nel mezzo, la seconda struttura è diventata la casa d'un carpino, che beato cresce , incurante di demolirne le fondamenta con le radici ampie e la muratura con le braccia articolate e fitte, detti rami...ma a me paion braccia. 
Procedo ancora ed inizio il toboga che si immette tra il fogliame. Una frana ha buttato giu' il sentiero e si passa proprio sul ciglio della stessa, in fianco di suola...
Faccio attenzione e tasto prima con i bastoncini. Il buco non è profondissimo, ma caderci sarebbe pur sempre peggio che guardarlo dall'alto. 
Sento rumor di passi e salti e non mi ci vuol molto a capire che siano...Che cosa siano. I caprioli, un gruppo di quattro, forse una famigliola intera. Zompettano in alto nel bosco ed io non so esser rapido fotografo...Fuggono rapendomi lo sguardo. 
Nessun'altro se ne accorge ed io taccio, parlare servirebbe solo a crear vociare che disturba il bosco.

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