mercoledì 12 marzo 2014

VenanzioCorreAncora-capitolo42-

CAPITOLO 42

Il colpo di Mauser

Foto di Placido Mondin
Un faggio sradicato . Si vedeva piu' in alto, nella penombra della valle. Seguivamo la traiettoria tracciata dalla testa del gruppo, apparentemente casuale, ma poi ci trovavamo su  brevi tratti chiaramente originali, d'un sentiero che stava scomparendo tra sassi rotolati a valle e arbusti nerboruti che si stavano impadronendo del sottobosco.
Da sopra un ceppo roccioso spuntavano le corna d'un giovane camoscio che ci spiava, mentre l'aria si era fatta gelida e penetrava tra i tessuti di lanolina del mio dolcevita marron scuro. Un'umidita' intrisa di freddo , mescolata al sudore naturale della pelle mi fece partire un tremito che, dalla spalla destra mi percorse i fianchi, sino alla pianta del piede che sussulto' spasmodico.
Foglie secce e rami sparsi; vettovaglie arrugginite ed una suola di scarpone , ancora vivono nei miei attuali ricordi.

Immagini che mi facevano rivivere un pezzo di storia, di tempo antico, ma non remoto nel suo essere trapassato. Mi figuravo un uomo che mangiava , seduto dietro al tronco del grande carpino che stavo lambendo al passo. pochi istanti dopo, immaginavo un colpo di Mauser, secco, preciso, infallibile al bersaglio...Una sagoma esanime , adagiarsi a terra. Ora di tutto quel mio film , restavano foglie bagnate a ricoprire pezzi d'anima umana, in parte volata via, oltre il bosco, verso il cielo aperto.

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