CAPITOLO 41
Il muschio abbracciato ai sassi
Foto di ArGo |
In coda, Emanuele accompagnava con galanteria
, Sonia, la quale mai si era lamentata, sin dalla partenza. Continuava a
perseguire il suo intento e non fiatava, se non per respirare, ma le si
leggevano in viso espressioni e pensieri sereni.
Stavamo percorrendo un tratto piu' pendente.
Era chiaro che lassu' le truppe tedesche avevano dovuto progettare una serie di
tornanti, per riuscire a portare su le munizioni trainate a slitta o su ruota,
ma mi domandavo come, giacche' li' era realmente molto stretto ed in qualche
punto anche irto davvero.
Fabrizio e Michele "viaggiavano"
sempre l'uno dietro l'altro, dando l'impressione di grande unione.
Nel mezzo le due donne di Prada, la Gian ed
Assunta, che stranamente non discorrevano.
La salita iniziava a fare il suo corso ma
davanti procedevano a ritmo tranquillo e sovente si fermavano , per far si' che
la "truppa" procedesse compatta.
Non ebbi nemmeno il tempo di ragionarci, che
lo spazio aperto era finito e stavo camminando a lato d'un grosso pino,
solitario tra arbusti meno nobili e poderosi.
Era cominciato il bosco "drio
Madal", cosi' ci spiego' il nostro Cicerone di giornata.
disse che era un luogo conosciuto a pochi,
per lo piu' cacciatori che comunque passavano di rado.
Aveva
un qualcosa di mistico. Silenzio e
umidita', rocce nude a limitar i contorni d'una valle impervia, boschiva ma non
troppo.
Mano a mano che avanzavo, mi facevo catturare
dall'immagine avventurosa che imprimeva.
Il sentiero ora era scomparso, vagavamo,
risalendo, tra massi pregni di muschi naturali , di color grigio scuro,
invecchiati dal tempo. che stantii li aveva deposti la'.
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