martedì 11 marzo 2014

VenanzioCorreAncora-capitolo41-

CAPITOLO 41

Il muschio abbracciato ai sassi

Foto di ArGo
In coda, Emanuele accompagnava con galanteria , Sonia, la quale mai si era lamentata, sin dalla partenza. Continuava a perseguire il suo intento e non fiatava, se non per respirare, ma le si leggevano in viso espressioni e pensieri sereni.
Stavamo percorrendo un tratto piu' pendente. Era chiaro che lassu' le truppe tedesche avevano dovuto progettare una serie di tornanti, per riuscire a portare su le munizioni trainate a slitta o su ruota, ma mi domandavo come, giacche' li' era realmente molto stretto ed in qualche punto anche irto davvero.
Fabrizio e Michele "viaggiavano" sempre l'uno dietro l'altro, dando l'impressione di grande unione.
Nel mezzo le due donne di Prada, la Gian ed Assunta, che stranamente non discorrevano.
La salita iniziava a fare il suo corso ma davanti procedevano a ritmo tranquillo e sovente si fermavano , per far si' che la "truppa" procedesse compatta.
Non ebbi nemmeno il tempo di ragionarci, che lo spazio aperto era finito e stavo camminando a lato d'un grosso pino, solitario tra arbusti meno nobili e poderosi.
Era cominciato il bosco "drio Madal", cosi' ci spiego' il nostro Cicerone di giornata.
disse che era un luogo conosciuto a pochi, per lo piu' cacciatori che comunque passavano di rado.
 Aveva un qualcosa di mistico. Silenzio  e umidita', rocce nude a limitar i contorni d'una valle impervia, boschiva ma non troppo.
Mano a mano che avanzavo, mi facevo catturare dall'immagine avventurosa che imprimeva.

Il sentiero ora era scomparso, vagavamo, risalendo, tra massi pregni di muschi naturali , di color grigio scuro, invecchiati dal tempo. che stantii li aveva deposti la'.

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