martedì 11 marzo 2014

VenanzioCorreAncora-capitolo40-

CAPITOLO 40

Erba ruvida

Quello che nei fumetti avrebbero titolato come "scampato pericolo", era passato senza causare danni o ferite.
Puo' accadere , in montagna, che ogni tanto vi si stacchino tranci di roccia, soprattutto in queste zone, dove la composizione delle stesse  e' di natura piuttosto friabile.
Si trattava , ora, di trovare l'imbocco del sentiero Rommel, tagliato di netto da quella moderna strada , necessaria al disboscamento o come via per intervenire in caso di incendi.
Chi ci guidava aveva comunque messo un segnale. Un sasso poggiato alla base della "scarpata", interrato quel tanto da farlo rimanere fermo e stabile. Iniziammo cosi' il tratto piu' avventuroso, recondito, nascosto e poco calpestato. Un sentiero semi abbandonato che iniziava immergendosi tra un cespuglio d' nocciolo selvatico ed una piccola roccia, alla cui base un incavo aveva a terra i segni evidenti dell'esser stato giaciglio notturno di un piccolo animale selvatico, forse la volpe.
I due di Falze', Nadia e Daniele, teneva il passo del battistrada e dietro , noi, in fila, seguivamo, attenti a non inciampare tra i rovi rinsecchiti  e in parte ghiacciati dalla brina del primo inverno.
In quel versante il sole non arrivava e d'altra parte il cielo era anche coperto.

La via diveniva piu' stretta e curvava lungo le pieghe della rupe. Un tappeto d'erba ruvida, di quel genere che se la tocchi con i polpastrelli delle dita, un brivido ti corre sulla schiena e ti fa digrignare i denti, sino a farti inumidire gli occhi.

Nessun commento:

Posta un commento