Erba ruvida
Quello che
nei fumetti avrebbero titolato come "scampato pericolo", era passato
senza causare danni o ferite.
Puo'
accadere , in montagna, che ogni tanto vi si stacchino tranci di roccia,
soprattutto in queste zone, dove la composizione delle stesse e' di natura piuttosto friabile.
Si
trattava , ora, di trovare l'imbocco del sentiero Rommel, tagliato di netto da
quella moderna strada , necessaria al disboscamento o come via per intervenire
in caso di incendi.
Chi ci
guidava aveva comunque messo un segnale. Un sasso poggiato alla base della
"scarpata", interrato quel tanto da farlo rimanere fermo e stabile.
Iniziammo cosi' il tratto piu' avventuroso, recondito, nascosto e poco
calpestato. Un sentiero semi abbandonato che iniziava immergendosi tra un
cespuglio d' nocciolo selvatico ed una piccola roccia, alla cui base un incavo
aveva a terra i segni evidenti dell'esser stato giaciglio notturno di un
piccolo animale selvatico, forse la volpe.
I due di
Falze', Nadia e Daniele, teneva il passo del battistrada e dietro , noi, in
fila, seguivamo, attenti a non inciampare tra i rovi rinsecchiti e in parte ghiacciati dalla brina del primo
inverno.
In quel
versante il sole non arrivava e d'altra parte il cielo era anche coperto.
La via
diveniva piu' stretta e curvava lungo le pieghe della rupe. Un tappeto d'erba
ruvida, di quel genere che se la tocchi con i polpastrelli delle dita, un
brivido ti corre sulla schiena e ti fa digrignare i denti, sino a farti
inumidire gli occhi.
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