domenica 27 luglio 2014

VenanzioCorreAncora-capitolo46-

CAPITOLO 46

La coperta di Dio

Foto di Placido Mondin
Un'ora di cammino passata in fretta, tanto era stata serena da vivere e , in fin dei conti, defaticante.
Ora si faceva sempre piu' fremente l'attesa e la curiosita' di veder apparire la cengia che avrebbe aperto la vista sul Fontanasecca. Il sottobosco aveva ormai cambiato aspetto e di tanto in tanto iniziava a riproporre quei ciuffi d'erba ruvida, mentre il terreno si aggrappava sempre piu' a tratti in salita, ormai spesso ospitante sassi.
Qualche ginepro faceva intuire che si era vicini ormai a raggiungere spazi piu' luminosi ed i rari pini non erano altro che alberelli semi rinsecchiti, al limitar d'un bosco che pareva averli ripudiati.
Finalmente arrivammo allo scoperto, proprio sul limitare di un tornante esposto, s'era avvinghiato un albero di frassino, o almeno credo che lo fosse.
Qualcuno, dietro, s'era attardato per bisogni incontrollabili e ci fu quindi il tempo d'una sosta.
Tra i rami fini e fitti, come in una trama ad uncinetto, scorgevo un velato candore , adagiato su quell'enorme distesa inclinata e prativa che quel monte appuntito ospitava da secoli immemori.
Eccolo, splendido e luminoso, esteso e proteso verso il cielo.
Pareva che li' , il Dio che creo' il mondo, avesse gettato una coperta d'erba , terra e neve, su d'una piramide...

Rinsavendo, rispetto ad un idiota pensiero di religiosa attinenza, ricordai che gli Egizi, i Maya e gli Aztechi erano elementi del creato di quello stesso Dio che figuravo come creatore della terra e del cielo, signore e padrone delle umanita' presunte tali.

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