martedì 29 luglio 2014

VenanzioCorreAncora-capitolo49-

CAPITOLO 49

In due, all'alba.

( I capitoli che seguono sono ispirati ed hanno una dedica speciale ad un mio compagno del viaggio piu' lungo e sentito, che abbia mai percorso a piedi, in un giorno. Un uomo leale e vero. Il mio amico Paolo).


L'alba sulla montagna. Foto di Placido Mondin

Comincio così, un pò per raccontare ed un pò per ricordare ciò che ieri è stato ed oggi si sente addosso nel fisico e nella mente.Siamo partiti in due, io , bolognese di Schievenin, cittadino di questa terra e Giacomo , pradense lombardo, mio concittadino, storico per natura e missione.Erano quasi le quattro e dopo il caffè bolente , nella cucina silenziosa, mentre tutto intorno era dormiente, caricato lo zaino in spalla, uscivo dalla porta ed andavo ad incontrare un amico fidato. Quattro ed otto minuti. Partenza in Piazza a Pederobba ,nell'alta trevigiana, nel buio del paese fermo, in una notte tormentata dal temporale forse in fuga. Una fotografia fugace che oggi la mia macchinetta fotografica, non so perchè, non mi voleva restituire, quasi a cancellare un momento che forse doveva rimanere nostro.Lontano ancora il rumore del temporale, i fulmini ed un non quieto dormire, ansioso , forse preoccupato , di certo emozionato di un paio d'ore a testa, ormai alle saplleNoi in fondo quella distanza non l'avevamo mai percorsa. Io da corridore ero arrivato alla maratona, Paolo ai trenta chilometri, forse... Con noi però, avevamo qualcosa di differente, due bastoncini, un paio di tecniche utilizzabili, la voglia di provare. Soli, con una certezza, quella di non andare incontro ad eroismi ma di voler incontrare, tra gli aliti di vento del monte sacro alla patria, i fiati di quegli eroi veri che lì hanno combattuto la piu' atroce delle guerre inutili. Qualche passo incerto : <Pioverà ancora?>. Io domandavo, lui guardava intorno e taceva. Io con la lampada frontale bianca e lui con la lampada rossa alla nuca. Sulla strada deserta, neppure il rumore del tempo, che pareva fermo, seppure in alto le grandi lancette del campanile si udivano muoversi, meccanizzate dagli ingranaggi e rese antiche dalla ruggine , su cui cigolavano i minuti.

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