Lucky Strike
Foto di Placido Mondin |
Di qualche tratto ho perso la memoria, ma ricordo bene che sullo spiazzo
di cima del monte Madal, la guida ci fece intraprendere una strada boschiva,
che tagliava il monte, dritto per dritto...o almeno cosi' poteva sembrare
entrando in un sottobosco coperto da una rada pineta a valle e da un boschetto
di carpini, betulle e qualche sparuto larice.
La fila procedeva compatta e Argo sembrava incerto, quasi stupito del
prolungarsi di quel tratto che ricordava breve, nei suoi pensieri di vecchio
corridore, che qui' allenava gambe e mente, ai tempi delle corse in montagna.
Eppure ci fidavamo senza indugi a seguirlo su quella strada nel bosco,
dove il silenzio era interrotto soltanto da qualche colpo ritmato, proveniente
da piu' in la'.
Colpi d'ascia, sembravano. camminammo un quarto d'ora , prima di dare un
senso a quel dubbio.
Nel mezzo della strada un giovane uomo, vestito in tuta da lavoro,
osservava il cielo strabuzzando le pupille con aria persa e di tanto in tanto
aspirava , concentrato, dal filtro della Lucky Strike.
No avevo dubbi nel riconoscere quell'acre odore che per anni avevo
annusato nel bar bolognese frequentato in gioventu', nel quale un eccentrico
gestore, bandiva dalla sala tutti coloro che avessero osato fumare sigarette di
marca differente .
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