CAPITOLO 38
"...Elo onde che ndé ? "
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Il piu' anziano , del gruppo di boscaioli, brandiva una clava metallica
che era ovviamente la protagonista dei battiti che rintronavano d'echi la
valle.
Tacquero e ci osservarono, come si osservano i perditempo sfaccendati
che mal misurano l'utilita' del primario obiettivo del vivere...il lavoro.
Poi l'anziano si rivolse ad Argo: < Elo onde che nde' ? > , chiese
in stretto dialetto bellunese, curioso di sapere la nostra meta.
La guida rispose senza scomporsi, scambiando solo lo stesso sguardo
fiero, in una sorta di lotta tra capibranco umani che si contendono la
sovranita' del bosco a colpi di sgaurdi e di sapienze territoriali.
Infatti il boscaiolo incalzo': < E setu bon po' de catar al troi che
va alla croda? >.
Una smorfia al limitar destro del labbro ed un sorriso stentato, quasi
aspro, fu la risposta della nostra guida che non conosceva forse quel tratto
che stavamo calcando, ma era certo che avrebbe trovato quel sentiero, spezzato
dalla boschiva e forse coperto di rovi.
Un soffio di vento tagliente spezzo' l'atmosfera di montanara sfida tra
i due ed egli ci fece cenno di seguirlo. Saluto' i lavoranti, con garbo e tono
fermo e riprendemmo il cammino.
Panorami estesi ad est, che miravano a colli imbiancati, in parte
tondeggianti e in parte ruvidi ci accompagnarono per un'altra mezz'ora a passo
moderato.
Tutto sembra quieto e certo, la guida avanzava dando l'impressione di
aver trovato l'orientamento cercato, quando improvvisamente...